Impostazione comoda ma ottima anche per le “sparate”. La Hornet nel misto vende cara la pelle: pesa poco, l’assetto è rigoroso e intuitivo allo stesso tempo. Inserimenti fulminei e pieghe assicurate. Il motore è un gioiellino: gira regolare, non è mai scorbutico e sa tirare fuori tutti i cavalli che servono. In coppia è un po' troppo compatta.COME VA CVD, Come Volevasi Dimostrare. Se all’esame statico avevo già intuito che questa moto mi potesse piacere più della mille, non mi ci è voluto più di un chilometro in sella per averne piena conferma. Facile, maneggevole, omogenea e anche più equilibrata della 1000. Dei suoi 195 kg, nemmeno l'ombra, anche quando si manovra la moto a motore spento. La Z 750 è un esempio lampante di come si possano costruire moto divertenti e piacevoli da guidare in ogni situazione a prezzi assolutamente ragionevoli.
RACCOLTA La posizione in sella è assolutamente identica a quella della mille: compatta, con il manubrio piacevolmente vicino al busto e la sensazione che con questa moto ci puoi giocare da subito. Resta il serbatoio con lo svaso un po’ bombato che fa divaricare un po’ troppo le gambe, ma l’ergonomia nel complesso è davvero ben studiata e adatta a piloti di tutte le taglie (nessuno dei presenti, donne comprese ha avuto problemi con la posizione di guida). Tasto start.
SOUND COINVOLGENTE Dal silenziatore ovale esce anche un bella voce, piena corposa, quasi da cilindrata superiore. Tanto per fare un esempio è come quella dei silenziatori after market omologati. Ok Kawa, hai fatto un buon lavoro.
VEGGENZA? NO, GOMME Ora voi vi chiederete: ma cosa ti faceva supporre che la moto ti sarebbe piaciuta di più? Non sono un veggente, bastava guardare la misura del pneumatico posteriore. La settemmezzo, infatti, rinuncia alla scenografia del 190/50 per adottare un più "normale" 180/55. Il risultato è una maneggevolezza aumentata e una omogeneità di comportamento decisamente superiore a quella della mille. Non c’è più quella sensazione di una moto che si appoggia sul pneumatico troppo largo, e che devi "tirare giù" alla fine della piega, ma una grande linearità.
SEMPLICE MA… Alla fine, nonostante le sospensioni semplificate, la 750 riesce quasi ad essere più appagante della stessa Z 1000. Perché scende in piega veloce, sicura, ha una ottima precisione direzionale e un grip eccellente dato dalle performanti (forse fin troppo dato il tipo di moto) Bridgestone BT 012 e BT 019, che sulle strade spagnole lavoravano alla perfezione, "scrivendo" virgole nere in uscita di curva manco fossero in pista.
UN PIENO DI COPPIA Bella davvero, anche perché il motore ci mette del suo. La riduzione della cilindrata ha fatto un gran bene a questo quattro cilindri che adesso rinuncia (ma mica tanto) al carattere burrascoso agli alti regimi a favore di medi e bassi decisamente più corposi, che poi sono quelli più utilizzati su strada. Grazie anche ad una rapportatura corta (a 7000 giri si viaggia a 150 indicati) il settemmezzo Kawasaki si fa trovare sempre pronto ad ogni chiamata del gas. Una erogazione molto piacevole che già dai 3000 giri spinge la moto con gustosa decisione, e che continua per tutto il range di giri. Certo, la Z non si dimentica di essere comunque una Kawasaki e se le mettete il sale sulla coda sa tiare fuori anche il carattere.
FURORE VERDE Oltre i 7.000 giri c’è il cambio di ritmo e arrivano la cattiveria e l’allungo tipico dei motori di Akashi. I 13000 del contagiri la Kawa li vede proprio tutti, occorre attendere che si accenda l’ultimo rettangolino del contagiri per sentire entrare in azione il limitatore. 110 cavalli ottimamente distribuiti, dunque, e anche senza fare troppe comparative non si fa fatica a capire che la Z 750 dirà la sua quanto ad accelerazione, velocità massima, e tiro ai medi regimi, anche perché come diceva qualcuno di cui non ricordo il nome "niente si può sostituire ai centimetri cubi".
ti consigli la kawasaki